Una parte dei massoni italiani (circa tremila) si sta riunendo a Rimini, mentre la maggioranza chissà dove si nasconde. Gli uni e gli altri, visibili e invisibili, sono un fenomeno che oggi, tra criminalità varie, fuori e dentro lo stato, e crollo verticale della democrazia, rischia di essere poco percepito.
Eppure molte logge sfuggono al censimento degli affiliati, all’esplicitazione dei motivi dell’affiliazione, dell’organizzazione interna e dei fini. Di fronte a questo il mio rifiuto è totale, per un sentire non elitario e un agire esplicito e mai parallelo, alternativo o sostitutivo delle regole del vivere civile.
Tredici anni fa fui contattata, direttamente e senza preavviso, da un esponente di una loggia. Da poco coprivo un posto pubblico di qualche responsabilità. Rimasi molto sorpresa e rifiutai con nettezza, cominciando a dire nell’ambiente come la pensavo. Purtroppo ricordo reazioni tiepide e anche un po’ preoccupate, ma non per me.
Detto questo, si fanno carriere strabilianti all’ombra delle logge, un po’ in tutti i settori. Il principio della mutualità copre raccomandazioni di estrema efficacia, contro ogni regola e merito. Poteri e interessi massonici trasversali tengono insieme destra, centro e sinistra.
Molto di peggio, poi, si nasconde nei grandi segreti d’Italia, tra banche, finanza e politica, dalla P2 a quelle successive, tra comitati d’affari e rapporti con mafia e organizzazioni criminali ancora poco indagati e perseguiti.