Si va rafforzando il costume di elargire mance ed elemosine a parziale risarcimento di diritti negati, trattando un po’ tutti i casi – dai licenziamenti alle torture – con identico approccio, superficiale e irrispettoso della dignità umana. Sei un diciottenne e non hai un futuro? Eccoti 500 euro. Sei un lavoratore licenziato? Eccoti qualche mensilità. Sei un attivista massacrato a Bolzaneto? Eccoti 45.000 euro.
Calare su Bolzaneto un colpo di spugna risarcitorio è un’offesa all’intelligenza umana, una negazione netta dei principi fondamentali su cui dovrebbe basarsi la comune convivenza. Lo Stato dovrebbe capirlo da solo, tanto più se è la Corte europea di giustizia a ricordargli la sua grave inadeguatezza. E invece procede imperterrito per le strade peggiori, lastricate di intenzioni sconosciute ai più e anche per questo per nulla rassicuranti.
Su tutto pesa come un macigno il ruolo asservito della maggior parte dei media. Anche per questo rimando a un’intervista rilasciata a Radio Cora da Lorenzo Guadagnucci, giornalista, attivista e vittima a Genova della violenza di Stato.