Oggi soffia il meltemi, e soffia così forte che arriverà anche sotto le nostre finestre e le spalancherà. Non ne avremo merito, no. Non c’è merito nell’aver disperso, in Italia, un patrimonio ideale di libertà, uguaglianza e solidarietà appartenuto a generazioni spazzate via da altro vento, da altre scellerate divisioni e pochezze. Questo va detto chiaro, per dissociarsi dalla disonesta pretesa di attaccarsi, in Italia, a ben altre esperienze di radicamento sociale (Syriza in Grecia, Podemos in Spagna) per sfruttarle senza alcuna fatica e magari poi per disperderle, così come sempre hanno fatto le nomenclature di varie e sedicenti sinistre.
Oggi soffia il meltemi, e mi riporta tutto quello che la Grecia mi ha dato: un sentimento struggente di umanità e natura, in angoli sperduti di paesaggi e persone dai confini inesistenti; una patria del cuore, che sposta continuamente il suo orizzonte dietro vele tesissime; tanta vita e scrittura, dai piccoli villaggi di montagna fino al mare, tra schegge di pietra dimenticate e il grande cemento ateniese; e poi poeti, pescatori, bevitori di ouzo. Vasileos. Amore e passione civile. Una razza una faccia. Il passato dei colonnelli e la prima traversata. La strage di Kalavrita sotto il cielo azzurro, quanta morte impossibile.
Oggi soffia il meltemi, e ancora una vota mi sento in debito. Aspetto che la finestra si spalanchi e alzi un mulinello allegro, di balli e canti per il nostro futuro.