Incontrai Mario Ramous nei primi anni Ottanta a Urbino, dove teneva un corso sulla poesia all’Università e insegnava all’Accademia di belle arti. Poeta appartato, traduceva i classici e studiava la metrica, dividendo la sua vita tra tradizione e sperimentazione.
Erano gli anni del suo “Dopo la critica”, libro di versi spezzati e incatenati in una geometria compositiva lucida e insieme convulsa, al servizio di una quotidiana esternazione, di un monologo duro e aggrovigliato, del rovello della ragione che scompone e ricompone, giudica la realtà mentre l’aggredisce.
Sono un vecchio brontolone, questo mi diceva di sé Ramous ma io non gli credevo. Ricordo invece una buffa dolcezza che non saprei definire altrimenti, forse quella stessa che scioglieva il verso critico in morbido abbandono:
allora vedi mi sto riposando
guardo fuori tra i tetti una porzione
non più di cartolina della valle
che scende a inghiottire nel grembo il mare
non chiedo niente appollaiato qui
come un gufo imperturbabile perso
in pensieri che non hanno riscontro
un vagabondo assurdo della noia
Ramous lesse la mia prima raccolta di poesie e mi disse di spedirla ad alcuni critici e poeti di cui mi fornì gli indirizzi. Ne preferiva la parte più mentale e sperimentale e mi incoraggiava ad andare in quella direzione.
Ne avrei seguite altre, di direzioni, tirando la lunghezza del verso fino al poema e alla prosa, perdendo nella prosa la poesia e poi perdendo anche la prosa, piegata a un uso di servizio e comunicativo incompatibile con qualsiasi creazione. Se ancora fosse vivo, di questo Ramous mi rimprovererebbe.
Nel rileggere oggi alcune sue lettere, sento forte la tentazione di ricostruire tutta la poesia di Ramous fino all’epilogo degli anni Novanta, e di ripercorrere a ritroso la mia per ritrovarne l’esatto punto di svolta.
Buongiorno Sig.ra Della Bella,
sono il figlio di Mario Ramous, mi sono imbattuto casualmente in queste sue note su mio padre.
Lo scorso anno ho ripubblicato tutta l’opera poetica di papà “Mario Ramous, tutte le poesie 1951-1998” per Pendragon.
Se mi contatta sarei lieto di mandargliene una copia.
Cordiali saluti.
Michele Ramous