In un ritaglio conservato da un notiziario di Greenpeace ho trovato un breve testo di José Saramago. Vi racconta che suo nonno, pastore e contadino analfabeta, quando sentì vicina la fine, andò ad abbracciare piangendo uno per uno tutti i suoi alberi, come fossero parte della famiglia. Un gesto senza parole, come del resto in vita sua mai aveva spiegato quale importanza avessero per lui quegli alberi.
Saramago scrive: “Nel fondo del suo cuore, forse mio nonno sapeva, di un sapere misterioso, difficile da esprimere con le parole, che la vita della terra e degli alberi è una sola vita … (gli alberi) si nutrono direttamente dalla terra, perché l’afferrano con le loro radici e da essa sono afferrati. Terra e albero, ecco la simbiosi perfetta. Può darsi che qualcuno pensi che ci sia troppo lirismo in queste parole. E’ possibile, perché, così come la terra e gli alberi, il sentimento e la ragione vanno sempre uniti”
Leggere l’intero brano lascia senza parole esattamente come il nonno, perché il suo gesto sprigiona una tale forza da superare la grandezza letteraria con cui viene evocato e ancor più qualsiasi inutile commento.