Far nascere oggi una minuscola casa editrice richiede coraggio, passione e anche un po’ di follia. Farla nascere con due libri di piccolo formato, molto curati nei materiali e nella confezione, con copertine di una bellezza semplice e preziosa e soprattutto con testi di alta qualità, significa agire in preda a una follia assoluta. Eppure si chiamano “Portatori d’acqua” questi nuovi editori che ci hanno portato dalla Francia due perle in un palmo di mano, belle e necessarie, proprio come l’acqua.
Il primo libro è “Il silenzio di Rimbaud” del critico francese Gabriel Bounoure, preceduto da un altro suo saggio e seguito da un contributo di Salah Stétié e da una postfazione di Riccardo Corsi, traduttore e curatore. Sono testi stretti attorno al mito di Rimbaud e al suo silenzio, all’impossibilità della poesia a cui approdò in modo bruciante e illuminato nel mezzo di una vita brevissima, lasciando agli altri un interrogativo che ancora non si chiude, ben oltre quel rapporto tra letteratura e vita usato e abusato in tanti saggi critici e convegni. E sul quale spesso vien voglia di silenzio.
La seconda perla s’intitola “Gli animali ci trattano male” ed è una riflessione sottilissima dello psicanalista e scrittore Gérard Wajcman, che indaga la posizione dell’uomo rispetto agli animali e poi approda a una visione cruda e disincantata dei nostri ultimi secoli (Il XX secolo della tecnica ha inventato la morte di massa. E il XX secolo delle folle ha inventato il massacro di massa. Il XX secolo della scienza moderna ha inventato la morte senza numero e senza nome. Il XX secolo dell’onnipotenza ha contabilizzato i morti, senza poterne impedire alcuno. Il XXI secolo è, forse, già sfiorato dal sospetto di mostrarsi altrettanto incapace del XX secolo di salvare noi stessi, p. 34-36).
Scritture lucide e capaci di fascino, danno allo scavo del pensiero forme rigorose e insieme aperte verso altre frontiere, di scrittura e di vita.