Stanza numero tre

S’appoggia su una gamba sola
al pavimento e preme
ballerina di punta s’inarca
sul fianco e controlla il profilo

cede una nota muta
al piedistallo di marmo,
passa dall’iride al bianco
la presenza di sé

cova lo sforzo del cuore
in un riposo apparente

bolscevico il teatro, patetico l’assolo…

ora è meglio guardarsi
amo con panico e tic rassicuranti
mentre penso alla fuga,
aderirmi è mania

come mi allevia per istanti di cura
prendermi a bàlia,
sublimare fessure in biancherie
senza età
vedi com’è pesante questa calza
invernale

parla così al ritorno dalla prova
quindi si slega tutta
dai capelli alle scarpe
e si siede sul letto:
da ferma si stende diligente (1996)

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