Sabato scorso sono arrivata al Dylan, un locale sul mare di Fano, un po’ prima che Gianluca Morozzi e Lorenzo Arabia iniziassero a parlare del loro libro sulla Gang insieme a Marino Severini. Più tardi il gruppo avrebbe suonato, così mi è capitato di entrare nella sala vuota proprio mentre stava provando Sesto San Giovanni. Sarà che il tempo passa e tutto intorno cambia in peggio, sarà che intanto si invecchia e dentro quel brano c’è davvero troppo (la partenza dalla provincia, le proprie radici, le parole vere mai dimenticate e un ideale che resiste), ogni volta è un tuffo al cuore per qualcosa di antico che torna, che viene da dentro.
Ci sono vecchie parole che sono un abbraccio, che ti avvolgono come farebbe una madre. Hanno una grandissima forza perché tengono insieme realtà e sentimento, esperienza e senso. Sorreggono il peso di una vita, non soltanto metaforicamente. Una fra queste è corriera, che nella canzone torna e chiude: ultima, definitiva. Quanta vita lì dentro, stretta come in un pugno.